GF Strade Bianche 2017

Dura, faticosa, emozionante. La Strade Bianche è da sempre una Gran Fondo particolare per i suoi caratteristici tratti di sterrato, ma quest’anno con l’aggiunta della pioggia è stata davvero epica.

Partiamo in camper da Milano con delle condizioni atmosferiche terribili. Pioggia, pioggia e pioggia. L’acqua ci accompagna fino all’arrivo a Siena dove arriviamo per gustarci l’arrivo della gara dei professionisti. Purtroppo rimaniamo bloccati per un’ora dal passaggio della gare delle donne e questo causerà un ritardo sulla nostra tabella di marcia. Giunti in piazza del Campo giusto in tempo per vedere l’arrivo dei superstiti. Per rendere l’idea della durezza del percorso basta dire che sono partiti 167 ciclisti e sono arrivati in 89 con ben 78 ritirati.

Nel frattempo sulla piazza, che oserei definire senza essere smentito, la più bella del mondo, esce un pallido sole dalle nuvole e fa ben sperare per la domenica dove 5000 amatori si sfideranno sullo stesso percorso. Le previsioni non danno speranza, ma cerchiamo di pensare positivo.

Purtroppo i meteorologici indovinano il meteo e durante tutta la notte, come previsto, la pioggia scende in maniera consistente, facendomi svegliare più volte con il pensiero di cosa mi sarei dovuto aspettare il giorno dopo. Alle 7 suona la sveglia e sono deciso a partire. Colazione, vestizione e via verso la Fortezza Medicea, luogo della partenza della Gran Fondo. Ho in mente di fare il percorso lungo (130 km), con eventualmente la possibilità durante la mattinata di deviare dopo circa 30 km e scegliere di fare il corto (70 km). Ai cancelli del via si nota che dei 5000 annunciati si sono presentati in molti meno. Parecchi si sono fatti condizionare dal tempo e sono rimasti a letto. Non mi sono fatto 300 km in camper per non partire, penso. E quindi via! La pioggia ci battezza alla partenza e non ci lascerà fino all’arrivo…

La mia strategia è quella di arrivare a Siena sano e salvo, senza problemi e tutto intero. Quindi non parto a razzo come invece vedo fare a molti. Non curanti della strada allagata, sfrecciano a tutta per recuperare posizioni e portarsi davanti. Io no. Voglio godermela anche se nella difficoltà delle condizioni. Ho due amici che partono con numeri più alti del mio, ma nella confusione dei momenti iniziali non riconosco nessuno e quindi mi rassegno a dovermi fare tutta la GF da solo. Dopo pochi chilometri si entra nel primo tratto di sterrato e invece di una strada bianca ci aspetta una palude marrone di fango e pozze enormi. Le bici che mi precedono alzano litri di acqua mista a sabbia, mista a terra, praticamente fango, che mi ricoprono per intero in pochissimi istanti. Mi ritrovo a sputare terra manco fossi un lama.

Prendo confidenza con il fondo e non mollo lo sguardo dalla strada. Con attenzione massima pedalo cercando di evitare pietre, ghiaia e pozze profonde. E’ un continuo slalom tra ciclisti più lenti e asperità del terreno. A questo punto sono completamente fradicio, sento i piedi come se fossero in un secchio d’acqua, ma tutto sommato mi sono vestito nel modo giusto e non ho freddo. Senza quasi accorgermene arrivo al bivio tra il percorso lungo e quello corto, quindi in pochi secondi devo decidere cosa fare: vada per i 130 km! Ormai ci siamo e quindi godiamocela il più possibile.

Non mi fermo al primo ristoro, lo faccio al secondo dove mi mangio l’ennesima banana e una barretta energetica. Carico la borraccia e riparto. La salite sono impegnative per il fatto di dover stare seduti sulla sella per non far scivolare la ruota dietro, ma pur nelle condizioni in cui sono le strade reggono bene e permettono di pedalare. Sul percorso vedo di tutto: cadute, forature, rotture, gente che spinge bici ridotte ad un ammasso di fango. Dopo i 75 km esce il sole per pochi minuti e questo basta a cambiare immediatamente il panorama rendendolo verde e meraviglioso. Le colline intorno finalmente si colorano e regalano alla vista un momento di gioia. Chissà che cosa sarebbe stato con il sole splendente e il cielo azzurro…

Il duro deve ancora venire. E’ infatti dopo i 100 km che mentre la stanchezza inizia a farsi sentire, dobbiamo affrontare le salite più dure. Mi ricordo di almeno 4 muri di sterrato con fiumi d’acqua venirci contro e pochissimo spazio dove far passare le ruote per evitare slittamenti. Con il 15% di dislivello devo per forza alzarmi sui pedali e più di una volta le ruote girano a vuoto rendendo l’ascesa ancora più dura.

Ma è a Siena che ci aspetta la prova più dura: la salita di Santa Caterina. Trecento metri di pavè scivoloso e accidentato al 15% che mette a dura prova le gambe ormai allo sfinimento. Un respiro profondo e via a tutta, con le ultime forze rimaste riesco a non sfigurare con i pochi spettatori che urlano e incoraggiano. Scollino e penso alla piazza e all’arrivo che mi aspetta! E’ finita!

L’arrivo in Piazza del Campo è da pelle d’oca: la gente, lo speaker, lo striscione ufficiale. Momenti indimenticabili che mi rimarranno nel cuore per molto tempo.

Se vuoi vedere il mio giro su Strava clicca qui:

https://www.strava.com/activities/888579209/

 


Una risposta a "GF Strade Bianche 2017"

  1. complimenti Marcy, dev’essere stata davvero difficile tra meteo e percorso, ma le foto rendono bene l’idea anche delle bellezza della gara. E bravo anche a fare le foto tu mentre pedalavi con quel tempo infame! bravissimo!

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